Gaia Hypotesis

Realizzato tra il 2016 e il 2018- Gaia Hypotesis fa parte del progetto intitolato Climate Fiction, dedicato al sempre più evidente fenomeno di irreversibile
variazione del sistema climatico terrestre- determinato da cause antropiche.
Come è noto gli effetti di tali alterazioni manifestano ormai ricadute sempre più drammatiche ed eclatanti sull’ambiente, sullo sviluppo sociale ed economico e sulla trama esistenziale di tutto il genere umano – dunque specularmente il progetto indaga ed evidenzia, si direbbe il senso di una perdita. Lo smarrimento dell’individuo contemporaneo, al tempo stesso vittima e artefice dell’impoverimento delle risorse naturali- che percorre un’epoca in cui il riscaldamento globale causato dalle concentrazioni di gas a effetto serra e dalle smisurate e insondabili emissioni chimiche costantemente altera la temperatura termodinamica dell’atmosfera e ne compromette l’equilibrio. Nel progetto viene declinata da una parte la remota e obliata chimera di una naturalità originale e incorrotta- in tre grandi lavori in plexiglas e tecnica mista

(Gaia hypothesis – chapter one)
dall’altra la sua ormai deformata e usurpata primigenia struttura- in sei opere su carta

(Gaia hypothesis– chapter two)
Dunque la dicotomia di un sistema terrestre fagocitato anche dalla incoerente spesso contraddittoria comunicazione massmediatica Il concetto di perturbazioni climatiche implica infatti fattori oltre che scientifici giuridici ed etici anche politici ed economici- con le prevedibili conflittualità che ne derivano. Il progetto mette in mostra la percezione di questa aritmia e del raggiungimento di una ormai quasi totale artificialità, invasiva irreversibile che si risolve nella laconica rappresentazione di immagini di natura scheletrizzata – di una sua rudimentale archiviazione, che la reclude in fragili perimetri cartacei sigillati con impermanente nastro adesivo o dentro un trasparente quasi onirico stampo in Plexiglass. Dunque si direbbe l’altra faccia, quella debole frangibile caduca, eppure profondamente sentimentale ed “umana” di un universo tecnologico, pubblicitario e genericamente antropologico e culturale tenacemente e vittoriosamente imperante- che ha trasformato la natura e dunque lo stesso pianeta Terra in oggetto e che con irresponsabile sconsiderata disattenzione, ne dimentica o ne ignora persino il
destino. Come potrà non avere, la progressiva desertificazione dei paesaggi naturali, la loro inarrestabile devastazione, anche una speculare conseguenza sui paesaggi individuali e interiori, di tutta l’umanità?

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_Gaia

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