The road of lost innocence – Il silenzio dell’innocenza


Realizzato per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne si intitola, The road of lost innocence -Il silenzio dell’innocenza- il progetto fotografico di Fiorella Ilario che aderisce alla campagna che l’Onu promuove in tutto il mondo (UNITE To End Violence Against Women) con 16 giorni di attivismo- dal 25 novembre al 10 dicembre 2017- e che proprio per la cadenza di due date altamente significative (la prima dedicata appunto alle donne, la seconda ai diritti umani) in qualche modo stigmatizza la violenza contro le donne di qualsiasi cultura, razza, religione e condizione- come una vera e propria violazione dei diritti umani. Il titolo del progetto fotografico è preso in prestito dalla storia autobiografica pubblicata undici anni fa da Somaly Mam, giovane sopravvissuta cambogiana allo sfruttamento sessuale e alla tortura- successivamente frontalmente osteggiata per il suo impegno contro il traffico di esseri umani. Dunque nell’attuale momento di controverso ed esponenziale rumore mediatico prodotto dall’interesse divampato sulle molteplici forme che la violenza assume contro le donne nel mondo occidentale, il progetto aspira a ricordare anche il destino dei milioni di altre donne maggiormente esposte e vulnerabili- quelle delle minoranze senza volto, senza diritti e senza nome, spesso ignorate e dimenticate malgrado le atrocità subite. Assieme alla moltitudine di donne del primo mondo, ugualmente abusate, umiliate, violate- ma semplicemente distanti dai media o da chiunque in grado di ascoltarle e sostenerle.
Gli scatti mostrano il volto e le sembianza di statue femminili fotografate in parchi cittadini per alludere ad una primaria egemonia formale, densa però di contaminazioni e scambi per riattivare una memoria arcaica, e per formalizzare una necessità espressiva che oltrepassi quel meccanismo massmediatico ossessivo al quale quotidianamente assistiamo col rischio reale di voyerismo onnivoro o di fraintendimento e banalizzazione del problema.
Le immagini Inscenano una rarefatta percezione dello spazio in un percorso all’apparenza oggettivo e lineare, di fatto intimamente denso di nessi che alludono ad una economia del reale chiusa in un perimetro di sofferta, drammatica solitudine- e di silenzio.

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